Prima mostra personale in un museo italiano dell’artista francese Renaud Auguste-Dormeuil.
Jusqu’ici tout va bien (Fin qui tutto va bene) è una mostra che lavora sulla qualità enigmatica del tempo, sulla sua natura assillante e sull’incrocio delle sue direzioni, avanti o indietro, che l’arte rende possibile.
La mostra sarà aperta dall’opera Spin.off, ultima produzione dell’artista, composta dalla frase luminosa Jusqu’ici tout va bien, da cui il titolo della mostra. Tracciata da strisce di led e sospesa sul MACRO, l’opera, al tempo stesso sorprendente e spiazzante, invita a guardare l’arte con un
occhio diverso. Il suo messaggio è solo all’apparenza rassicurante: parla di un presente che è immediatamente passato, e non dice nulla sul futuro che è già l’istante successivo, quello in cui distogliamo lo sguardo dalla scritta sospesa sopra di noi. Quest’opera, esposta in anteprima al Macro, verrà poi presentata con frasi differenti nelle successive mostre personali dell’artista che si terranno nel 2018 in Francia: MAMAC - Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza; Musée d’Art Concret di Mouans-Sartoux; F.R.A.C Franche-Comté di Besançon e Musée Denys-Puech di Rodez.
In mostra The day before, serie di dodici lavori che ha reso noto l’artista in Francia: dodici mappe di cieli stellati che hanno illuminato altrettanti luoghi del pianeta la notte precedente un micidiale attacco aereo: il cielo sopra Hiroshima il 5 agosto del 1945, le stelle sopra Baghdad la notte del 15
gennaio del 1991, quelle di New York il 10 settembre 2001, e così via. Un’occasione unica per poter vedere i dodici cieli esposti tutti assieme (l’ultima volta al Palais de Tokyo, Parigi, nel 2006).
In mostra anche l’installazione dal titolo When the paper, ispirata ad un rituale giapponese: un cerchio di otto metri di diametro di terra, con al centro un tavolino con dei foglietti e un secchio pieno d’acqua. Il visitatore è invitato a mettere nero su bianco un dolore, o un malessere presente o passato, per poi gettarlo nell’acqua dove si dissolverà, e con esso il testo e la causa che lo ha generato. Quest’installazione-performance è il primo incontro con la realtà di un tempo interiore e la possibilità di modificarne il verso.
Un tema che riverbera anche nell’altra grande installazione intitolata Starship, nella quale le bardature funerarie dei cavalli formano uno scenario surreale quasi carnevalesco creando una sospensione temporale: l’attesa della morte e delle cerimonie che l’accompagnano.
Al MACRO l’artista presenterà anche il video Quiet as the grave, una manipolazione in postproduzione del film Vertigo (1958) di Alfred Hitchcock. Mentre tutte le scene di dialogo e tutte le parole sono state tagliate, restano tra i protagonisti un succedersi di sguardi ansiosi, sospiri, mute suppliche, creando anche qui uno sviluppo temporale di senso anomalo, privo di quella linearità conseguenziale di cause ed effetti che consentono l’interpretazione logica della storia.
Spinto dalla convinzione che l’arte sia visibile tanto nei luoghi deputati come in quelli pubblici e comuni, Auguste-Dormeuil presenterà anche un secondo evento fuori dal museo (19 ottobre, tbc), I will keep a light burning: mille candele allestite nello stadio delle Terme di Caracalla a formare una vera e propria mappa stellare del cielo di Roma come si presenterà sopra allo Stadio esattamente 100 anni dopo. Per la performance, collegata alla We run Rome, rinomato ed importante evento sportivo della Capitale, alcuni atleti famosi e noti a livello mondiale, compieranno assieme all’artista il rituale dell’accensione delle candele. Un modo per sancire, ancora una volta, che solo con l’arte è possibile andare avanti e indietro nel tempo perché stavolta è la capacità di proiettarsi nel futuro ad essere in atto.
La mostra è sostenuta dalla Fondazione Nuovi Mecenati, Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea - nell’ambito della Francia in scena, stagione artistica dell’Institut Français Italia - e da Total E&P Italia Spa.