Il MACRO presenta nella Hall la gigantesca opera Plastic Bags dell’artista africano Pascale Marthine Tayou.
Pascale Marthine Tayou (Yaoundé, Camerun, 1967) è uno tra i più significativi protagonisti della scena artistica contemporanea internazionale. Il suo lavoro, così come il suo nome declinato al femminile, è deliberatamente eterogeneo ed indefinibile, elusivo rispetto agli schemi predeterminati.
Riadattata agli spazi della galleria vetrata (Hall), questa enorme scultura alta quasi 10 metri, fatta di rete e sacchetti di plastica colorati, è stata precedentemente in mostra all’Hangar Bicocca di Milano per la collettiva Terre Vulnerabili 4/4, L'anello più debole della catena è anche il più forte perché pu romperla, progetto di Chiara Bertola curato con Andrea Lissoni (6 maggio - 17 luglio 2011). L’esposizione dell’opera anticipa la mostra personale di Tayou che inaugurerà al MACRO nell’autunno 2012.
Plastic Bags ripropone già nel titolo l’elemento compositivo prediletto dall’artista: il sacchetto di plastica, che mostrato nella sua semplicità quasi banale, rievoca le moltissime storie quotidiane di ognuno di noi. Oggetto d’uso comune alla portata di tutti, utile quanto pericoloso, è diventato simbolo della crescente globalizzazione e del consumismo imperante, ma anche del nomadismo che sempre più caratterizza la società odierna, tema centrale nella ricerca dell’artista fin dagli esordi. La suggestiva installazione rispecchia la condizione dell’uomo contemporaneo, imbrigliato in un sistema di azioni ripetitive, di luoghi spazialmente e culturalmente angusti, ma al tempo stesso in constante ricerca di momenti di condivisione, di evasione, di fuga verso orizzonti sconosciuti o inaspettati.
Oggi, finalmente, i sacchetti di plastica sono stati vietati per legge e non dovrebbero più inquinare, né costituire un pericolo per l’ecosistema mondiale. Quest’opera suggerisce allora un bellissimo, diverso e corretto uso delle plastic bags: trasformarsi e diventare un’opera d’arte.
Proprio in quest’ottica, il lavoro di Pascale Marthine Tayou sarà oggetto di workshop e di laboratori incentrati sulla tematica dell’ecologia.
Plastic Bags posta al centro della Hall dell’ala storica del museo, oltre a interagire con l’architettura, sembra cercare attraverso i colori e le dimensioni un dialogo con l’esterno. Dialogo che sarà favorito anche con l’apertura dell’ingresso di via Reggio Emilia 54 con un passaggio libero all’interno del museo fino a via Nizza 138 dalle ore 11.00 alle ore 21.00 (dal martedì alla domenica).
La Hall si trasforma così in una piazza, luogo di ritrovo e incontro, con l’obiettivo di avvicinare il museo al quartiere che lo circonda e a tutta la città.