MACRO presenta presso le Sale Panorama, spazio espositivo dedicato ai giovani artisti, il nuovo progetto di Paolo Chiasera Forget the Heroes destinato alla Collezione Permanente del Museo.
La mostra, realizzata grazie al supporto dell’Associazione MACRO Amici sarà inaugurata il 29 maggio alle 18,30 alla presenza di Umberto Croppi, Assessore alle politiche culturali del Comune di Roma e di Danilo Eccher curatore della mostra.
Paolo Chiasera (1978) giovane artista bolognese, è uno dei più promettenti nel panorama artistico contemporaneo. MACRO, in linea con l’obiettivo di sostenere e promuovere l’arte emergente, ne ospita il progetto basato sulla trasformazione delle teorie di 4 importanti personaggi che hanno influenzato il ‘900: Adam Smith per l’economia (economista e filosofo del ‘700 che gettò le basi dell’economia politica liberista), Le Corbusier per l’urbanistica (l’architetto della prima metà del ‘900 che ideò il piano urbanistico per 3 milioni di abitanti su un’attenta separazione degli spazi), Seymour Cray per l’informatica (ingegnere elettronico che ha progettato il supercacolo utilizzato attualmente nelle animazioni video), Noam Chomsky per la linguistica (fondatore della grammatica generativo-trasformazionale, basata sulla conoscenza innata dell’uomo dei principi universali che regolano la creazione del linguaggio).
La tesi che Chiasera presenta attraverso Forget the Heroes è che le teorie espresse da Smith, Le Corbusier, Cray, Chomsky, seppur valide e fondate, nel momento in cui si scontrano con le diverse realtà culturali, economiche, sociali che sono regolate da leggi in continua evoluzione, perdono la strada indicata dal postulato di partenza, generando perdita di controllo e conseguenze inattese.
La mostra si snoda nelle due Sale Panorama: la prima con quattro video proiettati simultaneamente in loop e la seconda con la ricostruzione dell’ “officina dell’artista”.
Nella prima sala, il video iniziale riporta la distruzione delle statue in creta a grandezza naturale raffiguranti le icone di Smith, Le Corbusier, Cray e Chomsky, e rappresenta metaforicamente la caduta delle loro teorie utopistiche.
Nei successivi due video, i primi piani ritraggono le mani dell’artista, mentre impugnano un martello per frantumare i pezzi residui delle statue e successivamente mentre stringono un bastone per mescolare una nuova materia all’interno di una tinozza. L’intento è quello di realizzare un ipnotico vortice, simbolo del melting pot di passate ideologie mescolate, al fine di crearne nuove.
Nell’ultimo video, le mani dell’artista sono intente nel plasmare una forma nuova e germinale, metafora di nuove utopie da percorrere.
Nell’altra sala, accanto a diversi disegni dedicati ai quattro personaggi e al loro operato, che Chiasera ama definire lo “storyboard sentimentale del progetto”, viene ricreata “l’officina dell’artista”. Lo spazio è quindi allestito con gli attrezzi e gli strumenti di lavoro con cui sono state realizzate le sculture.