MACRO continua a celebrare l’avanguardia artistica e architettonica di Roma riproponendo per tutta l’estate la mostra: Oscar Savio: Architettura in bianco e nero, che appresta a realizzarsi anche come progetto editoriale. Il percorso fotografico proposto al pubblico è come una “caccia al tesoro” nella città, una gara al riconoscere luoghi e segnali, ogni immagine sarà una sorpresa e uno stimolo alla riscoperta di Roma.
Fotografia d’Autore per Architettura d’Autore. Dalla Stazione Termini (1950) al Palazzo dei Congressi (1954), da La Rinascente di Piazza Fiume (1957-61) all’Ippodromo di Tor di Valle (1958-60), dalla Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele II° (1965-75) all’Hotel Jolly (1968-71): aprendo le cassettiere della Biblioteca del MACRO si sfoglia un album di fotografie che, a partire dal 1950, ripercorre più di venti anni di storia.
Con la mostra Oscar Savio: Architettura in bianco e nero, Immagini dalla Fototeca del CRDAV - a cura del Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive (CRDAV) del MACRO - si rende omaggio a Oscar Savio (Padova, 1912 – Roma, 2005), figura fondamentale, quanto schiva, nell’ambito della fotografia d’arte del Novecento. Le immagini appartengono alla Sezione Architettura del Fondo Savio, acquistato dal Centro nel corso degli anni ’80 e costituito in gran parte da foto di opere d’arte contemporanea e da una significativa sezione di immagini di architettura moderna. E’ questo il momento conclusivo di un progetto di studio condotto sull’intero corpus della Sezione stessa da Vitina Portoghese della Fototeca del CRDAV in collaborazione con Silvia Tosolini. Una complessa e minuziosa ricerca che, partendo da un eterogeneo gruppo di immagini di opere architettoniche ne ha identificato i soggetti, individuato gli architetti, digitalizzato le immagini e catalogato le foto, restituendo alla Sezione ordine e coerenza e ottimizzandone la consultabilità.
Molto conosciuto e stimato tra gli artisti del secolo passato, Oscar Savio fu apprezzato in particolar modo da famosi e illustri architetti, molti dei quali divennero suoi amici. La sua fama come fotografo d’architettura emerse dalle sue capacità di trasformare composizioni semplici e ordinate in immagini d’autore. Egli documenta fedelmente le strutture architettoniche ma al tempo stesso le colloca in una prospettiva più ampia, decontestualizzando particolari ed esaltando spazi urbani. L’uso sapiente della luce naturale, che attende pazientemente perché sia perfetta, caratterizza in modo particolare la sua arte; il suo obiettivo, con inquadrature non convenzionali e angoli esagerati, è quello di sorprendere e far risaltare un’architettura diversa.
In un impianto sistematico suddiviso per tipologia scorrono le foto in bianco e nero di edifici progettati e realizzati tra gli anni ’50 e ’60 da architetti famosi quali, ad esempio, Portoghesi, Moretti, Del Bufalo, Luccichenti, Monaco, Lapadula. Costruzioni in gran parte ubicate a Roma e provincia, ma anche in altre località d’Italia. Illic et tunc si rivelano ai nostri occhi, nel loro progetto originale, le Torri del Ministero delle Finanze, oggi strutturalmente quasi abbattute; il Grattacielo ALITALIA (attualmente Palazzo INAIL), lo Stabilimento ERGON di Anagni (Videocon); l’allestimento interno del Piper Club, il Parcheggio sotterraneo di Villa Borghese ancora in costruzione che sarà inaugurato nel 1973 con la mostra Contemporanea organizzata dagli Incontri Internazionali d’Arte. Spesso il suo occhio si concentra anche su singoli particolari come, ad esempio, le scale ritratte in molti edifici nelle prospettive più svariate, fino a giungere ad “architetture impossibili”, come appaiono quelle de La Rinascente . La mostra è completata da alcune riproduzioni fotografiche di opere di artisti contemporanei che hanno contribuito alla realizzazione di edifici di cui sono esposte le foto: Capogrossi, ad esempio, che ha disegnato la pavimentazione della copertura per l’edificio della Confindustria.
Una presentazione multimediale, allestita in Biblioteca, riassume in un percorso esemplificativo il prodotto interattivo che sarà accessibile a partire dal giorno dell’inaugurazione della mostra all’indirizzo: www.crdav.net. Alcuni dei luoghi - dalla Rinascente al Piper, alla Stazione Termini - sono stati localizzati su di una carta geografica contemporanea (via Google Earth), “riassunti” nella forma di un mosaico di immagini (via Photoshop), visualizzati nel loro aspetto attuale da una serie di nuove immagini fotografiche digitali, documentati da sintetiche schede illustrative delle immagini originali e “contestualizzati” (via YouTube, Flickr o altre basi documentarie) alle attività/suggestioni ad essi legate.
L’Archivio della Sezione Architettura è consultabile presso il CRDAV, previo appuntamento telefonico, sia su supporto cartaceo che in versione digitale.