Nahum Tevet (1946), artista israeliano che vive e lavora a Tel Aviv, ha scelto per la mostra che MACRO gli dedica presso le Sale Panorama una serie di opere contraddistinte dall’utilizzo di materiali lignei: due grandi installazioni, Untitled 1995-96 e Take Two, e alcune opere a parete. I lavori selezionati rappresentano le tappe fondamentali del percorso artistico di Tevet, un cammino segnato dalla continua ridefinizione dello spazio abitativo.
Tevet esplora il territorio dove arte contemporanea e architettura si intersecano, realizzando strutture complesse dal design minimale. Nello specifico si tratta di assemblaggi apparentemente caotici di parti di mobili e di materiali vari trattati con vernici colorate, strutture dall’aria instabile ma in verità costruite seguendo i rigorosi principi della geometria.
Dalle prime opere degli anni 70’ e 80’ nelle quali era predominante la rappresentazione e la trasposizione razionale della logica dell’assemblaggio, Tevet passa progressivamente alla realizzazione di grandi installazioni dove l’osservatore può rintracciare diversi punti d’inizio per creare il proprio soggettivo percorso all’interno delle ideali sezioni delle strutture in essere.
Le sculture hanno un loro “limite”: sono sempre oggetti fisici in cui ci si imbatte, un altro oggetto nel mondo, e tra le altre cose quel che cerco di fare io è mutare un oggetto presente, reale e tangibile in un fatto che ti scaglia lontano da questa fisicità, dal posto in cui ti trovi, e al tempo stesso ti si propone anche come luogo alternativo e realtà alternativa. (Nahum Tevet)
Le installazioni si compongono di molteplici punti di snodo, quasi come fossero labirinti, con diversi ideali punti di partenza che danno prospettive e vie di fuga sempre diverse tra loro. In questo percorso esplorativo, si ritrovano materiali e componenti familiari, angoli intimi che rendono personale l’esperienza all’interno dello spazio comune. Ed è proprio sulla collocazione dell’opera d’arte e dell’individuo all’interno dello spazio collettivo che Tevet fonda la sua ricerca.