MACRO presenta Ontani «MAR’ DEI GUTTAVI», per celebrare una strada, una tradizione, uno straordinario artista.
Dal 19 Dicembre 2009 la Hall del museo ospita quattordici grandi maschere di cartapesta, ideate da Luigi Ontani, realizzate in collaborazione con Pietro Simonelli, e ispirate ad altrettanti artisti che nel tempo hanno vissuto e lavorato a Via Margutta. Dopo il tableau vivant del 26 Ottobre e l’esibizione presso la Galleria Valentina Moncada, le opere di Ontani continuano il loro percorso e giungono al MACRO di via Reggio Emilia come omaggio al Maestro, alla città di Roma e alla strada dell’arte per antonomasia.
Le figure che hanno ispirato Ontani sono: Nicolas Poussin, Luigi Valadier, Antonio Mancini, Filippo de Pisis, Gino Severini, Nino Franchina, Pablo Picasso, Peter Van Lear, Mariano Fortuny, Nino Costa, Sigmund Episcopo Lipinsky, Federico Fellini, Sibilla Aleramo, Giulio Aristide Sartorio e Giulio Turcato. Questi ritratti sono da considerare come un un’opera unica, geniale espressione del Maestro Ontani, che traghettando via Margutta nel XXI secolo la proietta nell’universo internazionale del contemporaneo, aggiungendo un’importante pedina al patrimonio culturale della Capitale.
Il MACRO, in quanto museo della contemporaneità a Roma, non poteva lasciarsi sfuggire la straordinaria opportunità di accogliere anche nei propri spazi queste teste che rappresentano appunto le radici vitali della città. In sintonia con ciò che il nuovo MACRO intende realizzare, il pubblico, ammirando le opere di Ontani, potrà partecipare a un viaggio attraverso il tempo e assistere a un ideale atto di evocazione e omaggio agli artisti che hanno vissuto e generato l’identità creativa di via Margutta. Il cammino di queste maschere giunge nella Hall del Museo, per trovare qui un nuovo momento pubblico e confermando così quella rete di energia creativa che nel corpo di Roma attraversa lo spazio fisicamente e affronta artificialmente il tempo. I visitatori che verranno in via Reggio Emilia non verranno solo per guardare, ma anche per essere guardati: lo sguardo tra il corpo del visitatore e l’immagine di queste maschere sarà uno di quei felici cortocircuiti che questo museo vuole causare e condividere con il pubblico più vasto.