LUCA TREVISANI
Lo spazio è un giardino da coltivare

01.06__17.10.2010
Ingresso ali espositive, piano terra

A cura di Francesco Stocchi

Promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali

Immagine: Luca Trevisani, Lo spazio è un giardino da coltivare, 2010. Courtesy l’Artista, Giò Marconi, Mehdi Chouakri, Pinksummer
LUCA TREVISANI Lo spazio è un giardino da coltivare1 giugno__17 ottobre 2010
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Lo spazio è un giardino da coltivare.
L’identità è un nuvola, una nebulosa, una variabile.
Le maree sono l'effetto più tangibile dell'influenza esercitata dal Sole e dalla Luna sul nostro pianeta, dei cambiamenti e dei flussi che ne derivano.
La gravitazione universale vede due corpi attrarsi in maniera reciproca, modificarsi, quella in cui siamo immersi è una coreografia celeste.
La Luna esercita una forza di attrazione sulla Terra che si ripercuote sulla massa liquida, che è più soggetta alle deformazioni.
L’acqua ci mostra la natura delle cose.
Lo spazio è un giardino da coltivare.
Luca Trevisani

 

Il ciclo MACRO PROGETTI SPECIALI, iniziato nell’estate del 2009, dà la possibilità a giovani artisti della scena artistica italiana e internazionale di invadere spazi alternativi del MACRO, per interagire con l’architettura del Museo e le sue potenzialità. Artisti come il duo Cuoghi Corsello e Francesco Simeti si sono appropriati delle pareti degli ascensori e delle pareti curve degli atri, conferendo agli ambienti nuova vita e nuovi significati.

Con Luca Trevisani procede la metamorfosi delle pareti degli ingressi alle ali espositive del Museo: tali aree divengono così non solo uno spazio di passaggio, ma luoghi di nuove esperienze estetiche. 

L’opera di Trevisani dal titolo Lo spazio è un giardino da coltivare, rappresenta nelle sue forme insieme organiche e artificiali, le fasi lunari nello spazio cosmico. Le immagini rievocano i ritmi delle maree, i movimenti astrali e le geometrie celesti, forze ed entità che governano la vita umana, determinandone i tempi e le stagioni. Interessato all’influenza esercitata dall’immensamente grande sui singoli individui, l’artista rappresenta, sulle superfici industriali in pvc che ricoprono le pareti speculari degli ingressi, forme che rievocano le forze gravitazionali dei corpi. In un gioco di attrazione-repulsione, due immagini complementari si fronteggiano e dialogano, generando una coreografia celeste basata sulla complementarietà, sulla reciprocità e sulla moltiplicazione dei punti di vista.

Luca Trevisani è nato nel 1979 a Verona, vive a Berlino. Il suo lavoro si articola tra scultura, video, fotografia e installazioni. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero, tra cui si segnalano Manifesta 7 e T2 (Seconda Triennale di Torino) nel 2008; Clinamen, Pinksummer, Genova 2006; William Paxton’s cluster, Palestra, GAMeC, Bergamo 2005; Il vento dal Settecento all’arte contemporanea, Fondazione Torino Tremusei, Castagneto Po, 2006. L’ultima mostra personale dell’artista si è tenuta quest’anno presso il NIMK / Montevideo di Amsterdam. Vincitore nel 2007 del premio Furla e nel 2009 del Premio New York, ha recentemente terminato la residenza ISCP a New York.