MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma – presenta sulle grandi pareti della sala Enel la nuova opera dell’artista rumeno Dan Perjovschi: un ironico e pungente affresco contemporaneo che riflette sulle infinite contraddizioni dell’oggi attraverso la libertà del segno e della parola.
Perjovschi sarà il primo artista a lavorare direttamente sulla pelle del nuovo MACRO, mentre i visitatori potranno assistere alla sua creazione “in tempo reale”: attraverso una performance di alcuni giorni e interamente visibile dal pubblico, Perjovschi darà vita a una grande opera satirica, animata da epigrammi e disegni paradossali.
Dan Perjovschi (Sibiu, Romania, 1961) è un artista riconosciuto in tutto il mondo per i suoi interventi nei più grandi musei internazionali, quali il MoMA di New York e la Tate Modern di Londra.
Appositamente per gli spazi del MACRO egli realizza un gigantesco “affresco", fatto di disegni e fumetti che riflettono in forma ironica il mondo politico, sociale e culturale della contemporaneità. Il concept dell’opera si snoda sul paradigma della crisi economica globale e sul paradosso in cui la società turbo-consumistica postmoderna tenta di disinnescare i rischi della recessione.
Accanto all’installazione, il cui “making of” sarà visibile al pubblico in una sorta di performance continua della durata di alcuni giorni, Dan Perjovschi presenterà cinque diorami realizzati tra il 2006 e il 2009 attraverso i suoi viaggi in alcune città europee: Venezia, Firenze, Berlino-Bruxelles (“Bexperience”), Londra e Stoccolma. Racconti attraverso immagini e parole delle suggestioni dell’artista di fronte alla realtà.
La mostra di Dan Perjovschi, “The crisis is (not) over. Drawings and dioramas”, a cura di Teresa Macrì, sarà così l’occasione per vedere il lavoro in progress di un artista impegnato nella ricerca di nuove dimensioni dello spazio, di inediti significati del mondo che lo circonda.
Nonostante la sua analisi dei valori sociali e dei principi contemporanei sia spietata, l’indagine di Perjovschi è scandita attraverso il filo dell’ironia e del sarcasmo, strumenti capaci di cogliere le stridenti contraddizioni del reale.
Cresciuto nella Romania comunista di Nicolae Ceauşescu e dunque sotto la scure della repressione e della censura culturale, Perjovschi appartiene alla generazione liberatasi dalla dittatura dopo il crollo del muro di Berlino nel 1989. L’artista ha iniziato a lavorare a Bucarest nel 1991 come disegnatore sul magazine rumeno “22”. La sua pratica linguistica favorita è quindi il disegno, “animato” da giochi di parole, da epigrammi e dal senso paradossale con cui delinea gli eventi socio-politici, i nuovi conflitti di classi, le contraddizioni del sistema dell’arte, le anomalie del convivere all’interno del mondo globalizzato. La sua rappresentazione, quasi performativamente, convoglia spesso in grandi installazioni murali, ma anche e sorprendentemente in video, video-animazioni, diorami, quaderni di appunti, fotografie.
Perjovschi sfrutta ogni possibilità spaziale, definendo nuove dimensioni degli ambienti in cui lavora: pareti, finestre, pavimenti, vetrate, soffitti all’interno/esterno di musei, di istituzioni e di gallerie, in cui fa fluttuare le sue affabulazioni seguendone l’architettura che li contiene e trasformando ogni suo intervento in un progetto sitespecific.