AARON YOUNG
Slippery when wet

01.06__10.10.2010
Sala panorama destra, primo piano

A cura di Costanza Paissan

Promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali

Per il generoso supporto alla realizzazione della mostra, si ringraziano: Bortolami Gallery, Gagosian Gallery, Galerie Almine Rech
AARON YOUNG Slippery when wet1 giugno__10 ottobre 2010
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All'interno di una delle sale del MACRO Aaron Young ricrea con le proprie opere un ambiente inedito e affascinante, in cui convivono dimensioni, linguaggi e luoghi diversi. Un viaggio attraverso video, scultura e installazione nell'universo espressivo del giovane artista statunitense.
In occasione dell'apertura delle nuove mostre estive del 2010, MACRO dedica una delle proprie sale all'opera del giovane artista americano Aaron Young (San Francisco, California, 1972) con una mostra personale a cura di Costanza Paissan. Chiamato a realizzare un intervento appositamente per il Museo, Young dà vita nello spazio espositivo a un ambiente dal sapore urbano, in cui convivono liberamente diversi luoghi e linguaggi espressivi. L'installazione a stencil sul pavimento stimola non solo il senso della vista, con le eleganti scie disegnate con pneumatici e olio per motori, ma anche l'olfatto, facendo subito immergere l'osservatore all'interno di un'atmosfera familiare, quella di una grande città attraversata dal traffico dei veicoli che ne segnano come cicatrici la superficie.
L'artista unisce così il mondo formale dell'Espressionismo astratto, riecheggiando il dripping tipico dell'action painting, con quello attuale, vitale e dinamico della strada. I quattro video in mostra, realizzati in diversi luoghi, dalla reggia di Versailles a un lago ghiacciato nello Stato di New York, convivono mescolando immagini e suoni e rovesciando a sorpresa le prospettive e i punti di riferimento spaziali, grazie al continuo capovolgersi dell'obiettivo della telecamera, presa a calci dall'artista fino alla completa distruzione. Uno dei video, realizzato appositamente per la mostra, presenta al pubblico una nuova visione, libera e disincantata, del volto classico della città di Roma e di un suo monumento simbolico: il Colosseo.
Completano la mostra una serie di sculture che richiamano il mondo della strada (marciapiedi, transenne della polizia, graffiti) e lo slang delle metropoli della West Coast (Go back to the valley). L'apparente identità di ready-made viene negata dalla tecnica delle sculture, in realtà raffinate fusioni in bronzo, ridipinte dall'artista per tornare all'aspetto degli oggetti originali. Un gioco ironico, spontaneo e disinvolto, basato sul dialogo tra la cultura della strada e la creazione di manufatti artistici, capaci di presentarsi come forme autonome di espressione estetica, come immagini di inaspettata bellezza.

Aaron Young (San Francisco, California, 1972), vive e lavora tra New York e Los Angeles. Diplomatosi al San Francisco Art Institute nel 2001, ha ottenuto un Master of Fine Arts presso l'Università di Yale nel 2004. L'artista si esprime attraverso la scultura, il video, l'installazione e la pittura. La sua opera è stata esposta in importanti contesti come il P.S.1 Contemporary Art Center di Long Island City, New York, l'Astrup Fearnley Museet for Moderne Kunst di Oslo (2005), il Kunstwerke di Berlino (2008) e all'interno di rassegne internazionali come la Whitney Biennial (2006) e la Moscow Biennale (2007)