MUSEI IN MUSICA
7 dicembre 2024, dalle ore 20:00 alle ore 2:00
Il MACRO partecipa a Musei in musica, l’evento di cultura e spettacolo promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura in oltre 30 spazi tra musei, archivi, università e accademie.
Per l’occasione sarà possibile visitare il museo in orario serale con un’apertura straordinaria della mostra Post Scriptum. Un museo dimenticato a memoria, che ospita Tear Drought or Teach Me How to Cry, opera sonora inedita della musicista e artista multidisciplinare KUKII (aka Lafawndah). Installata all’interno di un ambiente immersivo, la traccia racchiude estratti e registrazioni di lamenti tradizionali provenienti da diverse culture, cimiteri e luoghi di culto, offrendosi come un momento intimo in cui la musica diventa un elemento di raccoglimento, elaborazione e sublimazione del dolore.
KUKII (aka Lafawndah)
Tear Drought or Teach Me How to Cry, 2024
Audio, 29’
«La traccia è stata realizza con le seguenti registrazioni: 12 ore di registrazione originale di Cití Ní Ghallchóir, un lamento tradizionale irlandese; un estratto di Neenia, un antico lamento romano; registrazioni da Behesht-e Zahra, il più grande cimitero dell’Iran; registrazioni da Khajeh Rabie, il mausoleo di Mashhad; registrazioni di lamentatrici in Sardegna. Sono sempre stata interessata alla figura della professionista del lutto, che esiste in una forma o nell’altra un po’ ovunque e in ogni tempo. Perché paghiamo qualcuno per piangere il nostro dolore? So per certo che nella mia famiglia non mi era permesso piangere da bambina, né da adolescente né da adulta. Era visto come un segno di debolezza e, soprattutto, non si pensava che il dolore fosse vero. Era visto come la Commedia dell’Arte. Così, inevitabilmente, quando ho perso persone a me care, non ho avuto la possibilità di elaborare il lutto. Quando mi sono imbattuta in questa figura, ho iniziato a sentirmi coinvolta e ho pensato di voler imparare a piangere attraverso l’eredità musicale di queste donne. La musica può insegnare tutto. In questo pezzo, ho registrato la mia voce per molte ore di seguito mentre stavo imparando una canzone. Cantare una canzone più e più volte ti proietta in luoghi diversi. Ho aperto e chiuso i portali che avevano bisogno della mia attenzione. Il tentativo ripetuto di imparare questo lamento crea gli strati per un coro di lamentatrici, sotto al quale vi sono le voci di altre lamentatrici, estratte da diverse linee temporali. Ci sono anche registrazioni dai due cimiteri in cui sono sepolti i miei familiari, uno a Teheran e uno a Mashhad, entrambi in Iran. In queste registrazioni si sente la gente che fa quello che a me non è stato permesso di fare. La canzone che ho imparato è un canto tradizionale irlandese (una forma tradizionale di lamento) chiamato Cití Ní Ghallchóir. Lo stile musicale della canzone è chiamato canto Sean-nós, una tecnica vocale irlandese a cappella utilizzata per le ninne nanne e i lamenti, che riprende in parte le ornamentazioni vocali arabe. Così il dolore si muove attraverso il mondo, attraverso il tempo, attraverso me.» (KUKII aka Lafawndah)
In occasione dell’evento, l’ingresso al museo sarà accessibile al simbolico costo di 1 euro.