readymades belong to everyone®
Philippe Thomas declines his identity
Con opere di Claire Fontaine, Christopher D’Arcangelo and The Offices of Fend, Fitzgibbon, Holzer, Nadin, Prince e Winters
#Polifonia
Philippe Thomas declines his identity è la prima mostra che un’istituzione italiana dedica a offrire un ritratto espanso e articolato della figura di Philippe Thomas (1951-1995). Il titolo riprende quello di un libro legato a una lecture performance dell’artista francese, conosciuto proprio per una ricerca sul concetto di autorialità che lo ha condotto fino ad annientare la sua stessa presenza come artista. Thomas ha infatti operato utilizzando un approccio concettuale scandito da una prassi che rendeva l’acquirente di un’opera al contempo proprietario e autore.
Nel 1985 crea un’agenzia di servizi dal titolo readymades belong to everyone® (1987-1993). Fondata nel 1987 alla Cable Gallery di New York nella sua versione inglese (readymades belong to everyone®) e successivamente a Parigi alla Galerie Claire Burrus nella rispettiva traduzione francesce (les ready-made appartiennent à tout le monde®), nel corso della sua esistenza l’agenzia ha realizzato innumerevoli progetti internazionali e ha visto come firmatari oltre sessanta collezionisti e istituzioni. Dal momento della sua chiusura nel 1995, l’eredità e la storia dell’agenzia è conservata nella collezione del MAMCO (Ginevra) ed è esposta al MACRO nella sua totale interezza. L’agenzia ha dato forma ad una propria identità grafica e comunicazione compresa di logo e campagne pubblicitarie. Con l’intento di mantenere viva una posizione simile a quella adottata da readymades belong to everyone®, il progetto espositivo accoglie, su tre diversi livelli storici, il contributo di figure che ne hanno subito l’influenza come nel caso dell’artista definitasi ready-made, Claire Fontaine, o che hanno vissuto nello stesso periodo. Filtrando lo stesso bisogno di rispondere alle strutture che andavano sempre più imponendosi nel sistema dell’arte, compaiono esempi come The Offices of Fend, Fitzgibbon, Holzer, Nadin, Prince & Winters (1979). Christopher D’Arcangelo precede invece lo spirito dell’agenzia e di Philippe Thomas con una approccio alla dematerializzazione dell’arte attraverso una posizione politica forte: il suo corpo messo in catene o la sua completa assenza di traccia. Philippe Thomas declines his identity riprende il titolo di un libro legato ad una lecture performance dell’artista.
Curatore: Luca Lo Pinto
Coordinamento curatoriale: Lisa Andreani
Coordinamento mostra: Veronica Botta
Assistenti Produzione: Giulia Caruso, Anna Mostardi
Allestitori: Fabio Pennacchia, Matteo Pompili
Broker assicurativo: MAG-JTL
Trasporti: ArtinDep
Restauratori: Lorenzo Civiero, Serena Galetti, Cecilia Hausmann
Un sentito ringraziamento a Paul Bernard; Claire Burrus; Jan Mot, Bruxelles; Sébastien Pluot; T293, Roma.