EVA BARTO
Sharp Smile
#Palestra
Sharp Smile è un progetto espositivo concepito per il MACRO dall’artista Eva Barto (1987) insieme e in antitesi a una mostra che ne costituisce la controparte a Parigi, Weak Tongue presso Le Plateau – Frac île-de-France. Entrambe le mostre, che si svolgono una dopo l’altra, portano avanti ed espandono le ricerche di Eva Barto sulle relazioni che governano i codici della proprietà e della produzione e, in particolare, su quelle infrastrutture legali ed economiche che regolano i rapporti di filantropia e mecenatismo nel sistema dell’arte contemporanea.
Weak Tongue ruota attorno all’ambiguità dell’omissione – quindi si riferisce alle manipolazioni, interpretazioni e deviazioni di leggi e norme che proteggono sia chi le ha create sia chi le aggira. Sharp Smile, al contrario, si fa carico di svelare i meccanismi celati nella mostra parigina adottando una strategia formalmente opposta: l’ostentazione compiaciuta di una serie di virtù.
Sharp Smile ingigantisce ed esalta intenzionalmente lo scambio di visibilità richiesto in ogni rapporto di partenariato, sponsorship o accordo siglato per supportare finanziariamente una mostra. L’artista ha proposto un oggetto di negoziazione, intitolato Maecenas 1–11*, a una serie di sostenitori privati e istituzionali. Ha chiesto loro di finanziarne la produzione in cambio dell’esposizione negli spazi del museo di una serie di elementi selezionati da loro stessi in rappresentanza del proprio gesto filantropico, così da attuare lo scambio di visibilità.
L’oggetto prodotto grazie al contributo dei mecenati non viene esposto. Piuttosto, è la negoziazione economica a essere messa in mostra attraverso gli elementi di scambio richiesti dai sostenitori e collocati in diversi spazi del museo come segno tangibile della loro presenza all’interno dell’istituzione. Per Eva Barto, infatti, materializzare i processi di mutua compensazione nel campo dell’arte oggi significa sfidare una nozione idealizzata di indipendenza economica enfatizzando così la rete di relazioni – spesso interdipendenti e consequenziali – che definiscono i codici della proprietà e le condizioni di produzione in ambito artistico e culturale. Per portare alla luce questi meccanismi l’artista si è dunque spinta fino alla rinuncia della facoltà di decidere cosa mostrare all’interno dello spazio in cui è stata invitata a esporre.
SCAMBIO DI VISIBILITÀ:
Maecenas 1/11
Sostenitore: Fondation Pernod Ricard
Luogo di produzione dell’oggetto di negoziazione: uffici, Cour Paul Ricard, Parigi
Scambio negoziato: pubblicazioni edite dalla Fondazione nei trent’anni passati
Luogo d’esposizione: Bookshop MACRO, Roma
Maecenas 2/11
Sostenitori: Lorenzo Paini ed Enea Righi
Luogo di produzione dell’oggetto di negoziazione: muro esterno della sezione PALESTRA, MACRO, Roma
Scambio negoziato: esposizione dell’opera di Jiri Kovanda, Golden Ring, 2008, Collezione Enea Righi
Luogo d’esposizione: sezione espositiva PALESTRA, MACRO, Roma
Maecenas 3/11
….
* L’oggetto di negoziazione, Maecenas 1–11, è un affresco concepito da Eva Barto insieme a un gruppo di esperti. L’affresco è realizzato in diverse sezioni da un pittore specializzato nella tecnica rinascimentale. Ogni sezione è finanziata da un sostenitore differente, nella maggior parte dei casi realizzata nelle loro rispettive proprietà e rimossa dopo alcuni giorni (ripristinando il muro) con la tecnica dello “strappo”. Alcune di queste sezioni d’affresco, oggetti di negoziazione, sono presentate, arrotolate, a Le Plateau, Parigi. Maecenas 1–11 è per Eva Barto un progetto in corso, che proseguirà oltre le mostre di Parigi e Roma.
EVA BARTO (Nantes, 1987) è un’artista di base a Parigi. Il suo lavoro è stato protagonista di numerose mostre personali in gallerie e istituzioni internazionali, tra cui Villa Arson (Nizza, 2016), Kunstverein Nürnberg e Künstlerhaus Stuttgart (Norimberga e Stoccarda, 2021) e Le Plateau – Frac île-de-France (Parigi, 2022). Suoi progetti sono stati inoltre presentati presso Kadist Foundation (Parigi, 2016), Fondation Pernod Ricard (Parigi, 2017 e 2019), Wattis Art Center (San Francisco, 2017) e Secession (Vienna, 2018). Vincitrice della borsa Etant Donné, in collaborazione con SculptureCenter, New York, a settembre 2022 proseguirà oltreoceano le sue ricerche riguardo i vuoti legislativi. Nel 2016 Eva Barto ha creato il progetto editoriale Buttonwood Press. È tra i fondatori del collettivo per i diritti dei lavoratori dell’arte La Buse e co-conduce il programma ForTune su *Duuu Radio. Dal 2019 insegna presso l’École nationale supérieure des beaux-arts di Lione.
Curatore: Luca Lo Pinto
Con il coordinamento di Sara Catenacci (curatoriale) e Veronica Botta (produzione)
Assistente alla produzione delle mostre e degli eventi: Giulia Caruso
Assistente alla produzione: Anna Mostardi
Assistenti alla ricerca: Federica Soncini, Anna Tagliacozzo
Allestimento: Fabio Pennacchia
Assistente allestimento: Matteo Pompili
Realizzazione grafica: Gimax
Trasporti: Rosa dei Venti S.r.l.
Broker assicurativo: MAG
La mostra è stata realizzata con il sostegno di: Trampoline, Association in support of the French art scene; Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea.
Un sentito ringraziamento a: Marie Gautier, YD, Stefano Lucá, Daniela Benedini, Colette Barbier, Lorenzo Paini, Enea Righi, Hélène Kelmachter, Pauline Autet, Inès Huergo, Noémie Pacaud, Paul Bardet, Alexis Etienne, Florence Bonnefous, Solene Guillier.
La mostra è promossa da Roma Culture