STUDIO TEMP
Tempus Fugit
#In-Design
Studio Temp è uno studio di design grafico fondato da Guido Daminelli, Marco Fasolini e Fausto Giliberti nel 2007 a Bergamo. Si occupa principalmente di type-design, identità visiva, grafica editoriale e web design. La loro ricerca visiva è orientata verso un processo di semplificazione formale, contaminato dalla grafica popolare e dallo stile tipografico internazionale di grafici quali Josef Müller-Brockmann e Armin Hofmann.
La precisione del disegno deriva da riferimenti storici eclettici: dai fumetti giapponesi degli anni ’80 come Akira, manga di genere cyberpunk realizzato da Katsuhiro Ōtomo, alle grafiche dei veicoli da gara e delle auto da rally degli anni ’60. Allontanandosi da formati e processi ripetitivi, sviluppano progetti che utilizzano tecniche di produzione artigianali per generare elaborati che mantengono sempre elementi caratterizzanti e difformi. A tal fine, impiegano e manipolano i peculiari riferimenti visivi della loro città, Bergamo, per allontanarsi dal rischio dell’omologazione che caratterizza numerosi prodotti grafici online.
La mostra unisce rielaborazioni e dislocamenti di simboli appartenenti alla cultura urbana, alla suddivisione del ritmo lavorativo e alla storia romana, ponendo in relazione il museo con il contesto della provincia italiana. Il titolo Tempus Fugit (il tempo fugge) riprende l’iscrizione di una pendola antica presente nel loro studio, dove scandisce il ritmo della giornata lavorativa, riproducendo una dinamica simile alla vita nelle fabbriche del Novecento.
L’oggetto viene astratto, cambiato di colore e riprodotto su grande scala nello spazio espositivo. Si genera così una tensione tra lo scorrere del tempo, che rimanda all’inevitabile fine della vita, e il divertimento del processo lavorativo ispirato alla realizzazione di oggetti per i parchi divertimento. La moquette a terra riproduce il logo TEMP, ripreso dalla copertina di un libro di Armin Hofmann del 1955, ingigantito e ripetuto all’infinito, seguendo la mentalità di invasione dello spazio propria dei graffiti e dei tag. Infine, le otto targhe a muro si ispirano al formato e allo stile tipici della toponomastica in pietra di Roma, proponendo immagini derivate da precedenti lavori di grafica e lettering mai presentati dallo studio e mescolati con grafiche della quotidianità.
Curatore: Luca Lo Pinto
Coordinamento curatoriale: Matteo Binci
Produzione mostra: Sara Cattaneo
Stagista: Marco Lo Giudice
Allestitori: Fabio Pennacchia, Carlo Giannone, Matteo Pompili
Sponsor tecnico: Radici