VIRIDITAS
Roberto Buizza
Il cambiamento climatico, le città e le future “post-città”

Questo contenuto si inserisce nella nuova rubrica digitale del museo intitolata VIRIDITAS, nata per offrire al pubblico uno strumento per arricchire il proprio sguardo rispetto all’emergenza ambientale.

Il cambiamento climatico mi ricorda azioni umane, ondate di calore, eventi meteorologici estremi, 7.9 miliardi di persone, processi di mitigazione e adattamento. Questa foto dalla torre ‘Skytree’ di Tokyo che ho scattato il 5 agosto 2015 visualizza tutti questi aspetti. Il colore dominante è il grigio: pochissimi alberi e zone verdi esistono a Tokyo. Le azioni dell’uomo hanno ridisegnato l’area, e l’hanno ricoperta di edifici di ogni forma e dimensione. L’immagine è poco chiara perchè l’aria è offuscata dall’inquinamento. La temperatura era molto alta, dato che eravamo nel mezzo di un’ondata di calore lunga e molto intensa con temperature sui 40°C. Un’ondata di calore che causò 55 morti.

Ero a Tokyo per tenere dei seminari al Servizio Meteorologico Giapponese (JMA), e l’ondata di calore era uno dei temi principali delle conversazioni durante i pranzi. Dato che il Giappone aveva fermato tutti gli impianti nucleari dopo la tragedia di Fukushima, il paese aveva elettricità’ sufficiente per raffreddare gli edifici fino a 30°C, ma non ne aveva a sufficienza per condizionare la metropolitana. Spostarsi era pericoloso per la salute, ma era tuttavia possibile dato che ci si poteva poi raffreddare una volta che si entrava in un edificio. Si parlava delle condizioni meteorologiche, se erano state previste e come sarebbero cambiate nei giorni seguenti. Si parlava anche delle centinaia di milioni di persone che non hanno le risorse per adattarsi e sopravvivere a queste condizioni estreme. Condizioni meteorologiche estreme che noi, esseri umani, abbiamo reso sempre più frequenti e più intense.

La foto illustra non solo le condizioni in cui eravamo e che stiamo sperimentando, ma anche le sfide che dobbiamo affrontare. Circa il 56% della popolazione mondiale vive in città. Le città consumano circa il 78% dell’energia mondiale e producono circa il 60% delle emissioni di gas serra. Se noi riuscissimo a trasformare completamente e ri-disegnare città come Tokyo in “post-città”, che necessitano di meno energia, e dove occorre spostarsi meno per vivere, lavorare, studiare, mangiare, dove il cibo viene da agricoltura a quasi-km-zero e dove l’inquinamento è quasi inesistente, avremo trovato il modo di controllare il cambiamento climatico.

 


 

Roberto Buizza dal 1991 al 2018 ha lavorato presso “European Center for Medium-Range Weather Forecasts” (ECMWF), dove ha dato un contributo fondamentale nello sviluppo dei sistemi di previsione, ed ha servito come Capo della Divisione ‘Predictability’, e come ‘Lead Scientist’. Nel novembre del 2018 ha preso servizio presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, come Professore Ordinario di Fisica, dove ha stabilito una nuova iniziativa sul clima, supportata anche dalla Scuola Normale Superiore di Pisa, e dall’Istituto Studi Superiori IUSS di Pavia. Esperto in previsioni numeriche, metodi ad insieme, modelli accoppiati, chaos e predicibilità, ha più di 230 pubblicazione, di cui più di 110 in giornali specializzati con ‘peer review’ (SCOPUS H-index 47; Google Scholar H-index 61).