Documenti alla base di Women in Concrete Poetry: 1959-79
Parte Quarta

Continua il viaggio editoriale intorno alla realizzazione del volume Women in Concrete Poetry: 1959-79 (Primary Information, 2020) dedicato alla poesia concreta femminile degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso. I due curatori dell’edizione, Alex Balgiu e Mónica de la Torre, condividono i retroscena che hanno portato alla realizzazione di questo volume, in cui compare anche Patrizia Vicinelli, poetessa bolognese protagonista della mostra Chi ha paura di Patrizia Vicinelli.

 

Un’altra fonte importante della loro antologia è un libro di Françoise Mairey intitolato Substitution, pubblicato da Guy Schraenen nel 1977. Con un formato allungato e ampio, ha anche un riferimento musicale dato dalla presenza di righi come sfondo del titolo.

Una volta aperto, si viene accolti da una pagina di annotazioni sull’azione della battitura a macchina, il gesto, il meccanismo, la sua ripetizione, la musica: musique musique musique musique.

Scopriamo un ampio numero di fogli non rilegati, che sembrano essere la documentazione di esercizi di scritturaa macchina di qualcuno. Siamo subito catturati dal ritmo, dalla varietà e dal forte impatto visivo che si irradia da queste composizioni astratte.

Possiamo dedurre dalla diversità di risultati che l’insieme è costituito sia da esercizi fatti con entrambe le mani, contemporaneamente, sia da esercizi nati alternando una mano e poi l’altra. Si ha un certo senso di tridimensionalità e movimento, mentre immaginiamo il balletto delle mani sulla tastiera.

 

È suggestivo leggere e decifrare il percorso delle dita e seguire il flusso della scrittura, interrotto solo occasionalmente da singhiozzi e incidenti di battitura.

Questo è sicuramente un libro molto difficile da riprodurre all’interno di un’antologia: le sue grandi proporzioni e la moltitudine di elementi, uno più interessante dell’altro, portano a un vero e proprio puzzle editoriale. Nella selezione per Documents of Women in Concrete Poetry: 1959-79, si è voluto riprendere questa varietà e adottare una certa coerenza per quanto riguarda la differenza dei caratteri, così da riportare il flusso e l’energia della scrittura di Françoise Mairey all’interno dell’antologia.