UNA STORIA
John Miller
#Agorà
John Miller, uno dei protagonisti della mostra In Prima Persona Plurale, incontrerà il pubblico in occasione di un nuovo appuntamento di Una storia, il formato di AGORÀ che invita gli artisti a presentare una loro personale “storia dell’arte” accompagnati da uno slide show di immagini, suoni e video. Un modo per ripensare il classico talk d’artista, per far emergere e condividere con il pubblico interessi, influenze e immaginari.
«Nel 2018, per il mio sessantaquattresimo compleanno, il curatore indipendente Robert Nickas mi ha regalato un 45 giri degli Skoings, una band post-punk di Los Angeles. Mi ha detto: «Non l’ho mai ascoltato». Sapeva anche che non possedevo più un giradischi. Ma era la copertina del disco a contare. Piuttosto che raffigurare se stessi, gli Skoings hanno scelto di affidare i loro strumenti a un gruppo di manichini. Ne risulta un’immagine leggermente ambigua. Alcuni manichini sono membri della band. Altri sono rottami. O frammenti che aspirano a divenire persone. A una figura, il batterista, sembrano mancare le gambe. Al loro posto, un paio di cuffie e una sciarpa. Ho pensato: «Perché non estrapolare un’installazione artistica da questo manufatto?». Avevo già fatto qualcosa di simile in passato, incentrando una mia mostra di pittura su una puntata de La Ruota della Fortuna. La domanda principale era quanto dovessi essere fedele alla copertina del disco. Anche se mi ispirava quel processo di stilizzazione, ho optato per un trattamento libero. Alla fine mi sono ritrovato a fissarmi sul ventilatore su cui sedeva il chitarrista. Ho pensato che, proprio come negli anni Settanta, sarei stato in grado di trovare uno di quegli aggeggi praticamente ovunque. Purtroppo non era così. La nuova band di manichini era condannata a vivere nel presente. Una volta ho letto da qualche parte che una manifestazione politica è la prova generale di una rivoluzione. Da qui il titolo del mio lavoro. Tuttavia, ho confrontato questa idea con quella di John Sinclair, che nel suo libro Guitar Army sostiene che i giovani rappresentano una classe politica a sé. Un’idea che in seguito ha rinnegato. Ad ogni modo, Sinclair ha sempre rifiutato l’idea di protestare a sproposito.»
John Miller
L’incontro si svolgerà presso l’auditorium.
Ingresso gratuito.
JOHN MILLER (Cleveland, 1965) vive e lavora a New York. Nella sua pratica artistica vasta e stratificata, Miller ha messo in mostra sfondi fotografici, mappamondi, fotografie, rubriche pubblicitarie, sagome di pedoni, oltre a dipinti convenzionali di paesaggi, reality televisivi e game show. I manichini sono un altro elemento ricorrente che l’artista utilizza per giocare con le apparenze della realtà. Con il suo approccio ironico, Miller indaga l’autonomia di un’opera d’arte, così come i valori, la percezione e la comprensione dell’arte nelle condizioni contemporanee di produzione e consumo.