Expodemic – Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma
Bjørn Melhus
Screening e talk con Lorenzo Bendetti
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In Macchina: la fine di una grande storia d’amore?
Talk con Niklas Maak, Olivier Guez e Lorenzo Benedetti

25 – 26 giugno 2024
#Agorà

Il 25 e il 26 giugno 2024 il MACRO ospita due appuntamenti parte del programma pubblico di incontri della mostra Expodemic – Festival delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma in corso a Palazzo delle Esposizioni. 

 

 

Proiezione e conversazione con Bjørn Melhus e Lorenzo Benedetti
25 giugno 2024, dalle ore 12.00 alle 18.30  

  

Bjørn Melhus, artista visivo, attualmente in residenza all’Accademia Tedesca Roma Villa Massimo, presenterà nell’auditorium del museo, in loop per tutta la giornata, i due film WEIT WEIT WEG (FAR FAR AWAY) del 1995 e SUGAR del 2019.
A seguire, Melhus in dialogo con il curatore Lorenzo Benedetti racconterà della sua significativa produzione e ricerca artistica e, tracciando una linea tra il passato e il futuro, analizzerà il tema dell’auto esibizione dell’individuo alla luce dell’attuale cultura Instagram.

WEIT WEIT WEG (FAR FAR AWAY), 39’, 1995  

 

La protagonista del film, Dorothea vive a Sasnak un’esistenza solitaria assieme all’amato cane Toto. Incuriosita dal mondo che le viene presentato dai programmi televisivi americani per bambini, e che irrompe ogni giorno nella sua stanza, Dorothea cerca di fuggire in questa terra oltre l’arcobaleno con l’aiuto del suo piccolo telefono cellulare. Riesce a creare un tele-corpo virtuale col quale è in grado di comunicare, ma che scappa immediatamente nel mondo della TV americana giustificandosi con la frase “There is no place like home”.  Il film alludendo a The Wizard of Oz (1939), è stato girato su pellicola 16mm, tra il 1993 e il 1994, in un’epoca in cui Internet non era ancora stato creato, i telefoni cellulari quasi non esistevano e la distanza era ancora un ostacolo per la comunicazione.  

   

SUGAR, 20’, 2019  

 

In SUGAR, una produzione digitale in 4K, un cosiddetto HON (Human Organism Normal) in pigiama è intrappolato in uno spazio futuristico, in un loop di ripetizione quasi infinita che cita il linguaggio degli influencer a difesa della attuale cultura del consumo. Sia HON che Dorothy sono forme di rappresentazione mediatizzata di se stessi. Mentre la prima è ancora ingenua e gioca con la sua immagine e la sua rappresentazione visiva, HON è ridotto a uno strumento di marketing, irraggiungibile per il robot umanoide SUGAR e i suoi caldi approcci di contatto fisico ed empatia. Anche il finto cane di porcellana Toto fa la sua ricomparsa come “animale di supporto emotivo”.  

 

 

In Macchina: la fine di una grande storia d’amore?
Conversazione con Niklas Maak, Olivier Guez e Lorenzo Benedetti, 
26 giugno 2024, ore 18.30 

 

Mercoledì 26 giugno Niklas Maak, teorico dell’architettura, giornalista e autore tedesco sarà in conversazione con lo scrittore, giornalista e sceneggiatore francese Olivier Guez. Durante il talk, moderato dal curatore Lorenzo Benedetti, si parlerà dell’oggetto che ha segnato il XX secolo, l’automobile.

 

Ha plasmato le città e ha lasciato il segno nei film, nei libri e nella coscienza collettiva. Per Pier Paolo Pasolini, l’auto era uno strumento per osservare il mondo; tra il giugno e l’agosto del 1959, al volante di una Fiat 1100, percorre la «lunga strada di sabbia», da Ventimiglia a Palmi. Negli anni 70, guidò la sua Alfa Romeo al mare e lì morì. Cosa rivela il design delle auto di allora e di oggi sui sogni e traumi di un’epoca? Che ruolo ha l’automobile nella cultura et nella mitologia? Cosa succederà in futuro a questa macchina dei sogni che è l’automobile – e cosa succederà ai luoghi della modernità, alle autostrade, ai centri commerciali e alle città-ufficio che sono stati costruiti intorno all’automobile e che ora sono sempre più vuoti a causa della digitalizzazione della società? E se il XXI secolo costruisce tutto intorno al telefono cellulare come il XX secolo ha costruito tutto intorno all’automobile: quali saranno gli oggetti con cui fuggiamo, partiamo e viviamo il mondo? 

 


 

Si ringrazia Accademia Tedesca di Roma Villa Massimo

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