16MM RUN
Babette Mangolte
What Maisie Knew
#Agorà
16MM RUN, la rassegna cinematografica sperimentale realizzata in collaborazione con Villa Lontana, continua con la proiezione di What Maisie Knew della regista, fotografa e scrittrice franco-americana Babette Mangolte.
La maggior parte dei primi lavori cinematografici e fotografici di Mangolte sono un autoesame di ciò che significa essere uno spettatore.
Il suo primo film narrativo, What Maisie Knew (1975), realizzato con la macchina da presa in soggettiva dal punto di vista di una bambina, è una rilettura del romanzo di Henry James. In quest’opera si possono notare i riferimenti di Mangolte sia alla danza che alla performance, ma il film è anche un esperimento di cinema narrativo: quasi privo di dialoghi, è costituito da situazioni sceniche che si ripetono, si evolvono e cambiano con la partecipazione, tra gli altri, di Kate Manheim, Yvonne Rainer, Jerry Bauman e Philip Glass.
Si capisce subito l’interesse di Mangolte per questo romanzo del 1897, la cui eroina viene così descritta da James: «Fu presa in confidenza da passioni sulle quali si fissò proprio come avrebbe potuto fare con le immagini che scorrevano sul muro nella diapositiva di una lanterna magica. Il suo piccolo mondo era fantasmagorico: strane ombre che danzavano su un foglio. Era come se l’intero spettacolo fosse stato fatto per lei, un piccolo neonato semisacro in un grande teatro fioco». Nel libro Maisie è sia spettatrice che schermo. Sopravvive alle turbolenze familiari diventando una superficie vuota su cui chiunque può vedere ciò che vuole, proiettare ciò che vuole.
Il film è girato dal punto di vista di un bambino, ma noi non vediamo mai il bambino. Il bambino è ciò che vede la cinepresa.
«Sentivo che la soggettività del bambino mi permetteva di guardare qualcosa con il tipo di smarrimento stupito di chi non capisce cosa sta guardando. All’inizio si ha la sensazione che qualcuno si chiami Maisie, e alla fine si capisce che Maisie è una bambina, nell’ultima scena si nasconde nell’armadio. La porta dell’armadio viene chiusa e questa è la fine».
La proiezione si svolgerà presso la sala cinema.
Non è richiesta la prenotazione.
Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.
BABETTE MANGOLTE (1941) è stata molto influenzata nel suo lavoro dalla scena della performance e della danza a New York negli anni ’70, lavorando a stretto contatto con Trisha Brown e Yvonne Rainer. In un’intervista, parlando del suo film Water Motor, Yvonne Rainer ha detto che “è uno dei migliori film di danza mai realizzati”. Mangolte è stata direttrice della fotografia delle opere fondamentali di Chantal Akerman e regista di Seven Easy Pieces (2007) di Marina Abramovic. Il suo lavoro sulla performance riguarda il modo in cui si guarda ciò che si vede e come l’essere spettatore sia al centro della performance come forma d’arte.